HAI MAI SENTITO PARLARE DI DIRITTO ALLA DIS-CONNESSIONE?

Nell’arco dell’ultima decade le tecnologie digitali hanno fatto un balzo in avanti difficilmente prevedibile agli inizi del nuovo millennio. Gli smartphone hanno dato la possibilità alle persone di essere sempre on-line tramite una connessione ad Internet. Il poter accedere alla Rete in qualsiasi momento tramite un device portatile è la normalità, tanto da parlare di Diritto di Accesso ad Internet come un diritto fondamentale dei cittadini.

Ma, a seguito della diffusione di massa di nuovi strumenti di comunicazione, e di un relativo diritto primario a disporre di una connessione, sta iniziando ad acquisire importanza anche il diritto della persona ad essere off-line: il Diritto alla Disconnessione.

PERCHÈ QUALCUNO VORREBBE DIS-CONNETTERSI

Lo sviluppo di strumenti tecnologici quali posta elettronica, messaggistica istantanea e videochiamate, nonostante consentano un più facile svolgimento dell’attività lavorativa e la rendano più flessibile, rischiano di dilatare i tempi di lavoro.

Nell’era della connessione globale, in cui avere accesso ad una linea Internet è considerato un diritto a tutti gli effetti, se non addirittura una necessità primaria, c’è chi avverte l’esigenza di un contro-diritto, quello di essere disconnessi dal World Wide Web.

Grazie alle nuove vie di comunicazione infatti, il lavoratore può essere contattato con molta più facilità, ed è potenzialmente più esposto alle richieste del datore di lavoro rispetto al passato. Il Diritto alla Disconnessione nasce come forma di tutela in risposta ad un aumentato rischio per gli individui di veder compresso il loro diritto al riposo ed allo svago fuori dall’orario di lavoro.

COS’È CAMBIATO NELLA PRESTAZIONE DI LAVORO

Con l’utilizzo delle nuove tecnologie di telecomunicazione, il lavoro si sta adattando a forme più flessibili di prestazioni (come il lavoro da remoto, il cosiddetto smart-working) che fanno venire meno 2 pilastri della prestazione lavorativa “tradizionale”:

  • La postazione di lavoro fissa, cioè un luogo a ciò destinato (l’ufficio ad esempio)
  • L’orario di svolgimento dell’attività, non più coincidente con pre-determinati intervalli della giornata (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 ad esempio)

Per questo motivo, il mondo professionale si sta muovendo (almeno per alcuni tipi di lavoro) verso un’autonomia nella gestione del tempo necessario alla realizzazione di progetti o al raggiungimento di obiettivi, anche nel lavoro subordinato.

IN COSA CONSISTE Il DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE

Il Diritto alla Disconnessione ha la funzione di tutelare il tempo libero del lavoratore da una costante e continuativa reperibilità. Questo si traduce:

  • Nel diritto del lavoratore alla irreperibilità fuori dalle ore d’impiego
  • Nel diritto a disconnettersi dalle tecnologie che ne consentono la reperibilità, a non essere oggetto di richieste, e a non doverle soddisfare

Questo non è da intendersi però come un alibi a staccare la spina, quanto piuttosto un diritto consapevole della persona di rimanere in Rete in modo selettivo, impedendo di essere cercato in determinati momenti per proteggersi dal lavoro no-stop.

Offrire la propria prestazione lavorativa esclusivamente all’interno dell’orario di lavoro non rappresenta certo una novità ma, con i nuovi mezzi tecnologici, alle volte è difficile stabilire un confine netto tra tempo libero e orario di lavoro.

IL DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE È GIÀ UNA REALTÀ (NELLO SMART WORKING)

La Francia è il primo Stato che ha fatto un chiaro riferimento al Diritto alla Disconnessione, tramite la Legge sul Lavoro del 2016. L’impostazione data dal legislatore francese intende il Diritto alla Disconnessione come il diritto del lavoratore a preservare la sua sfera di tempo personale da una troppo invasiva “intromissione” di datori di lavoro che, in virtù della possibilità di essere sempre connessi e raggiungibili 24h, causino stress al dipendente.

In Italia non è ancora stata del tutto affrontata la questione del Diritto alla Disconnessione all’interno del contesto lavorativo. L’unico riferimento nell’ordinamento è la Legge 81/2017, meglio nota come Jobs Act del Lavoro Autonomo (qui il testo integrale). All’art. 19, della sezione dedicata al Lavoro Agile, si prevede che debbano essere «stabiliti i tempi di riposo del lavoratore nonchè le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro».

Anche se nella normativa italiana, a differenza di quella francese, il Diritto alla Disconnessione sembra essere riconosciuto solo nei casi di contratto da smart-working, questo potrebbe comunque potenzialmente svolgere una più generale funzione di tutela. Il Diritto alla Disconnessione infatti può essere teoricamente ricondotto a diritti di rango costituzionale come il Diritto alla Salute, inteso come tutela di uno stato di benessere psico-fisico da una condizione di stress da lavoro no-stop, e il Diritto alla Riservatezza, inteso come non intromissione del datore di lavoro nella propria sfera personale.